Avventuroso viaggio, attraverso i misteriosi, gelidi e imprevedibili spazi intersiderali, di una cosmonave con a bordo una comunità internazionale di scienziati di generazioni diverse, alla ricerca di altri mondi per dare una risposta all'inquietante e pressante interrogativo: l'Uomo della Terra è solo in questo Universo? Artefice e dominatore della Scienza e della Tecnica, l'Uomo le utilizza per avere una risposta. Si sentirà appagato o sorgerà in lui il desiderio di indagare oltre la conoscenza di propri simili?

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Il romanzo è in versione e-book e può essere acquistato al prezzo di 2,57 € scaricandolo da Internet. Per la ricerca basta digitare da Google:

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L'AFRICA HA ANCORA SETE
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Era il 21 luglio del 2089. Erano passati cento venti anni dal giorno in cui l'astronauta americano Neil Armostrong aveva messo piede sul suolo lunare, inaugurando così la stagione di formidabili conquiste spaziali. Da allora l'uomo aveva inviato sonde spaziali in tutti i pianeti del sole; astronavi o cosmonavi avevano viaggiato e viaggiavano nel sistema solare con astronauti a bordo; erano state fatte milioni di osservazioni di tutti i tipi; i dati venivano analizzati e studiati nelle basi spaziali e nei centri di ricerca scientifica sulla Terra; l'Uomo era atterrato su alcuni pianeti; erano state create delle basi permanenti con sfruttamento di risorse naturali a Venere e a Marte. Ma non erano stae trovate forme di vita. Tutto questo aveva portato alla definitiva conclusione che l'Uomo della Terra era l'unico abitante del sistema solare.  Ma erano parecchi anni che alcune navi saziali avvertivano la presenza di qualcosa di non ben definibile e descrivibile. Era capitato di inquadrare, sugli schermi dei radar di bordo delle astronavi, delle immagini dalle forme geometriche particolari, non certamente opera della natura; tali immagini erano apparse all'improvviso e per brevi intervalli di tempo ed erano scomparse dagli schermi con grande rapidità. Ciò lasciava supporre che questi oggetti non ben identificati non solo fossero dotati di eccezionali accelerazioni tali da fargli raggiungere velocità inimmaginabili per i terrestri, ma anche che fossero dotati di dispositivi capaci di sfuggire ai sistemi di intercettamento e rilevamento terrestri. Erano state ricevute, sia sulla Terra che a bordo di cosmonavi, ......

 

 
.....Mancavano poche ore alla mezzanotte. Su Argo c'era una strana, euforica atmosfera. Erano tutti riuniti nella Sala Alta dei Comandi di Cosmo1; ma stavolta non c'era l'abbondanza di cibi e bevande dell'anno recedente. E neppure la stessa allegria e spensieratezza. Il grande schermo tridimensionale riportava le immagini della base spaziale di Cape Peace, centro base di tutta l'operazione. Nei piccoli schermi laterali apparivano scene festanti di fine anno svolgentisi nelle capitali dei paesi partecipanti alla spedizione in atto. Ma tutti gli sguardi erano rivolti al grande schermo. Ogni tanto appariva qualche responsabile del progetto: scambi di battute con i nostri amici a bordo della cosmonave, qualche domanda, qualche risposta. Alla base era presente anche il professor Piotr Gregorienko. L'attesa diventava spasmodica. Mancava poco all'inizio dell'anno nuovo. Quella sarebbe stata una data storica. E i nostri amici lo sapevano. A bordo cominciò a crescere una certa inquietudine. «Lassù, voi di Argo, siete pronti?» chiese il professor Piotr Gregorienko apparendo sul grande schermo.  Si trovava in una grande sala sulle cui pareti vi era una serie innumerevole di schermi e dappertutto lunghi tavoli intorno ai quali si vedevano addetti indaffarati su pannelli illuminati da luci a intermittenza, visori nei quali scorrevano cifre o apparivano figure geometriche e simboli, e ancora tasti, manopole e spie luminose multicolori in ogni dove. «Prontissimi!» rispose con voce decisa Ciro Donald. «I controlli a Terra sono tutti okay. Cosa ci dite dei motori?» chiese il professore sorridendo.  «I motori stanno ruggendo e ... Azeta ci dà tutto okay!» replicò Ciro.  «Mancano solo cinque minuti » esclamò il professore. «Siamo agli ultimi controlli sulle ipermemorie e i circuiti logici di Azeta e poi.... via!»  Tutti gli sguardi  erano rivolti alternativamente all'orologio atomico, posto nella parte superiore della parete, e al grande schermo tridimensionale.................