Il romanzo è finalista alla XX edizione del Premio Letterario Internazionale Jacques Prevert sez. narrativa inedita, anno 2014

Il romanzo è in versione cartacea e può essere acquistato, al prezzo di 15 Euro anche dalla Casa Editrice PTM - Via dei Mestieri - Zona artigianale - 09095 Mogoro (OR) e-mail: ptmeditrice@gmail.com --Tel. 0783.4639776Fax: 0783.463977

 

 

Narrazione adrenalinica che non risparmia colpi di scena e sorprendenti rivelazioni, missioni sotto copertura e intrighi internazionali che vedono coinvolti agenti segreti con storia d’amore che chiude il romanzo. Il protagonista Peter Sinclair, il Siberiano, finge di abbandonare il Servizio Segreto d’Informazione inglese (MI6) e passare dalla parte del KGB: grazie alle sue straordinarie capacità di spionaggio riuscirà a scoprire la talpa all’interno dell’MI6 che fornisce informazioni di vitale informazione al KGB oltre all’elenco degli agenti segreti del KGB operanti in Gran Bretagna e a ritrovare e liberare un agente inglese misteriosamente scomparso..
 
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I mari sono la prova tangibile che Dio ha pianto della sua creazione

Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, non renderemo il mondo sicuro di tollerare le diversità

John Fitzgerald Kennedy

Cap.I

- Ehi là, vecchio mio!- esclamò Thomas all’indirizzo di Peter Sinclair che stava percorrendo un lungo corridoio sul quale si affacciavano le stanze degli alti funzionari tra cui quella del direttore “C”.
Peter era un giovane venticinquenne, capelli tra il castano e il biondo, alto e muscoloso anche se, vestito, non appariva eccessivamente robusto. Dopo aver frequentato con successo le scuole dell’obbligo, quelle dopo le elementari e quelle superiori a Inverness si era iscritto alla prestigiosa Università di Edimburgo conseguendo la laurea in ingegneria aeronautica. Subito dopo la laurea era stato chiamato per un colloquio dal SIS (Secret Intelligence Service = Servizio Segreto di Informazione sia civile che militare), l’agenzia di spionaggio per l’estero della Gran Bretagna, più comunemente nota con il nome di MI6 (Military Intelligence, Sezione 6), con sede a Londra, Century House Westminster Bridge road,  nel distretto di Lambeth, sulla riva sud del Tamigi. L’MI6 era sempre ben informato sui migliori studenti  delle Scuole del Regno Unito dei quali, oltre il profitto negli studi, con molta discrezione teneva sotto controllo abitudini, hobby, frequentazioni con lo scopo di avere un quadro abbastanza chiaro per un loro eventuale inserimento nell’organigramma dell’Agenzia. Peter lavorava ormai da due anni per l’MI6 e la sua copertura, nelle missioni all’estero, spesso era quella del giornalista scientifico. Infatti collaborava con quotidiani e riviste a carattere scientifico-tecnologico nel settore aerospaziale ed era consulente della “Little Aircraft World” per la quale progettava modellini di aerei telecomandati partecipando pure alla loro realizzazione e al collaudo dei prototipi.
- Oh, Tommy! Che piacere rivederti!- esclamò il giovane voltandosi in direzione dell’amico per poi andargli incontro.  
- È un secolo che non ci incontriamo! Fatti vedere!- disse Thomas non appena gli fu vicino, allargando le braccia.
E i due si abbracciarono.
Thomas Fallace – familiarmente Tommy - e Peter erano amici di vecchia data. Avevano frequentato le scuole secondarie  nella stessa classe  e avevano studiato assieme per sostenere gli esami specialistici (Highers) per l’accesso all’Università superandoli brillantemente. Quando si era trattato di iscriversi all’Università le loro strade si erano separate, perché Thomas aveva intrapreso studi giurisprudenziali laureandosi all’Università di Londra. Ma con loro grande sorpresa, dopo la laurea, si erano ritrovati nella sede dell’MI6 nel distretto di Lambeth. Entrati entrambi nei quadri dell’agenzia di spionaggio, Peter era stato destinato a operazioni di spionaggio all’estero, mentre Thomas era stato assegnato alla sezione supporto logistico per gli agenti operanti all’estero oltre che alla registrazione, catalogazione e archiviazione di tutte le missioni effettuate dagli agenti dell’MI6.
- Ti trovo in forma !- disse Peter.
- Anche tu non sei da meno! Quando sei rientrato? –
- Sto arrivando giusto dall’aeroporto e sto andando dal grande capo a fare il resoconto della missione. Lo hai visto oggi?-
-  L’ho visto un attimo di sfuggita e mi è sembrato di umore più nero del solito! Piuttosto, dimmi, hai avuto dei problemi laggiù? In Georgia, vero?-
- In Georgia, e dintorni, sì.- confermò Peter.
- Stasera mi racconterai! Ci  vediamo al pub, d’accordo? Ora scappo che il vice mi sta aspettando, sai come è quello!-
- Va bene, a stasera!- assentì Peter alzando la mano destra in segno di saluto per poi dirigersi verso l’ufficio contrassegnato da una targhetta con la lettera “C” color verde. Va detto che l’agenzia di spionaggio per l’estero (SIS) era stata fondata nel 1909 come sezione esteri del Secret Service Boreau e il suo primo direttore era stato il capitano Sir George Mansfield Smih-Cumming, che prese per primo il nome in codice “C” (dalle iniziali del suo cognome: Cumming) che distinguerà poi tutti i direttori del servizio succedutigli. Giunto davanti alla porta, Peter suonò il campanello e si mise in posizione d’attesa. Ma passò solo un attimo  e la porta si aprì.
- Buongiorno!- salutò Peter abbassando leggermente il capo in avanti in segno di deferenza, portandosi al centro della stanza. Davanti a lui, dietro una massiccia scrivania in noce scuro era seduto il direttore “C”, Sir Colin McColl, alle cui spalle, sulla parete tappezzata con carta da parati beige scuro vi era un quadro con una grande C color verde dovuto al fatto che il primo direttore del SIS firmava infatti tutti i documenti ufficiali con inchiostro verde, con un’immagine di un cervello e con le parole “Semper occultus”. L’umore del grande capo non sembrava dei migliori, ma questa non era una novità. Talvolta capitava che qualche missione dei suoi agenti fallisse o non desse i risultati sperati o che qualche agente cadesse nella rete del controspionaggio nemico e allora l’umore del direttore “C” passava dal sereno al burrascoso. E sì, perché, dietro quella maschera burbera che sembrava tradire un temperamento arido si nascondeva un animo sensibile che aveva a cuore la vita dei suoi agenti che considerava dei propri figli e per questo temeva e soffriva per loro.
- Accomodati, Peter!- lo invitò il direttore con un cenno della mano, cosa che il giovane fece prontamente. Peter ebbe la sensazione che il suo capo fosse piuttosto preoccupato, che qualcosa lo tormentasse.
- Riferiscimi in sintesi quale è la situazione che hai trovato laggiù,-  riprese il capo guardandolo negli occhi senza far trasparire alcuno stato d’animo.
- Tutto il Caucaso è una polveriera. Ho sentore che da un momento all’altro il blocco comunista si dissolva. E nelle repubbliche caucasiche già si percepiscono venti di indipendenza da Mosca. La tensione è palpabile soprattutto tra gli studenti universitari, che come è noto, sono sempre i primi nel richiedere ai governi maggiore libertà. La Georgia, l’Azerbaigian, l’Armenia sono in fermento. Ci sono già forti movimenti indipendentistici nell’Abhazskaja, nell’Ossezia, nella Cecenia e persino nel Nagorno Karabakkh. Oserei dire che la situazione è critica, anzi molto critica.-    
Peter, inserito nell’organigramma dell’ambasciata britannica in qualità di giornalista scientifico, aveva, come ingegnere, la possibilità di entrare in contatto con il mondo universitario dei vari paesi e quindi coglierne il dissenso, le aspirazioni, le proposte alternative alla condotta dei loro governi.
- Allora bisogna mettere all’erta tutti i nostri agenti che saranno inviati in quelle zone!- dichiarò il Capo
- Penso proprio di sì! In alcune di queste repubbliche ci sono basi missilistiche con testate nucleari e se queste dovessero cadere nelle mani di forze indipendentiste e integraliste la faccenda diventerebbe estremamente seria.-
- Bene! Anzi molto male!- esternò il “C” con il volto tirato,- preparami una relazione dettagliata della missione e fammela trovare su questa scrivania il più presto possibile!-
- Sir, domani mattina avrete la relazione!- rispose con fare deciso l’ingegnere aeronautico.
- Lo immaginavo, Peter! Anche se sei molto giovane sei uno dei nostri migliori agenti.  E conto su di te per una missione importante. Ora ascoltami bene. Non abbiamo, purtroppo,  più notizie di un nostro uomo operante nelle repubbliche baltiche. È un agente molto esperto con tante missioni alle spalle, molte delle quali rischiose e complesse, sempre realizzate con ottimi risultati. Non riesco a capire cosa possa essergli successo. -
- Potrebbe essersi accorto di essere controllato ed essere in attesa di una occasione favorevole per stabilire un contatto con l’Agenzia.-
- No! Non credo proprio, l’ultimo contatto risale a oltre un mese fa dalla zona di Kaunas mentre si dirigeva a Kaliningrad. E poi non riusciamo a metterci in contatto con i nostri soliti informatori. Dileguati! Introvabili! Spariti nel nulla! No, no, ho un brutto presentimento. È un agente troppo abile e astuto  per cadere nella rete del controspionaggio nemico. Ho un sospetto, sì, forse mi sbaglierò, ma ho il sospetto che……- espresse scandendo le parole come per dar loro più risalto mentre si alzava lentamente dalla sedia per andare verso Peter. A due passi da lui si fermò e lo guardò diritto negli occhi.- Peter, a te lo posso dire, ho un sospetto!-
- Un sospetto!- esclamò il giovane senza tradire la benché minima sorpresa.
- Sì, ho il sospetto che ci sia stata una fuga di notizie, si fa per dire…..-
- Una fuga di notizie! Sir, volete dire una talpa?-
- Sì, hai capito bene, una talpa. Uno che fa il doppio gioco. Una emerita carogna!-
- Una talpa all’interno dell’Agenzia? Mah, mi sembra improbabile!-
- Penso proprio di sì, caro Peter,  anche se vorrei proprio sbagliarmi! Comunque dovresti andare laggiù per cercare di capire cosa è successo. -
- Sir, perché proprio io? – osò Peter.
- Sai benissimo perché! E non fare domande inutili! Piotr, tu sei l’unico in grado di muoversi a proprio agio in quelle zone.-
Talvolta il “C” chiamava il nostro agente Piotr (Пёtp), la versione russa di Peter. Sì, perché Peter era figlio di George Sinclear ed Ekaterina Ziryanov. .................................................................

 
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